Questa chiocciola molto determinata ha sfidato con coraggio Paco ostinandosi a raggiungere l’ingresso di casa. L’ho molto ammirata, davvero, perchè ha dovuto deviare dalla traiettoria più di qualche volta ma con pazienza si è sempre riportata sulla direzione programmata puntando alla meta (non mi è chiaro cosa le cambiasse raggiungere l’ingresso qualche centimetro più in là, ma chi sono io per giudicare? Avrà certamente avuto le sue buone ragioni…). L’ho anche un po’ invidiata a dire il vero perchè nel suo mondo di chiocciole può permettersi di avanzare lenta senza essere giudicata e senza il bisogno di dover dimostrare ad altri di saper fare qualche scatto al bisogno: nel nostro mondo la lentezza non è contemplata.
L’educazione alla velocità inizia prestissimo, ci sono programmi da portare a termine fin dall’asilo nido (no, non scherzo), alla scuola materna poi l’iperstimolazione è considerata valore aggiunto, la ripetizione di un’attività una perdita di tempo…e se un bambino non riesce a seguire i ritmi? Il manuale X alla pagina Y dice che alla sua età deve essere in grado di dimostrare la tale abilità, perciò se non ce la fa è evidente che il suo percorso di crescita è in qualche modo rallentato ed è consigliabile ricorrere al professionista Z che con il suo intervento lo riporti al pari con gli altri.
E se vi sembra che io affronti l’argomento con un approccio eccessivamente polemico, onde evitare equivoci vi dirò che ne sono assolutamente consapevole, so di peccare di generalizzazione e so di avere a disposizione un campione troppo limitato di esempi perchè la mia analisi si possa considerare statisticamente significativa (per dire che Gauss si sarebbe già strappato i capelli). Dal mio piccolo mazzettino di esperienze posso però estrarre solo un paio di figure illuminate in grado di guardare al singolo bambino senza inserirlo in una pagina del manuale X, e questo mi spaventa e un po’ mi indigna…perciò la vena polemica lasciatemela passare, solo per questa volta!
great images and the story was lovely. Lei parla inglese per caso? posso scrivere in Italiano ma e brutto speso 🙂
Hi, happy to have you here! I speak english and I plan to translate my blog soon…at the moment I am just too lazy to write in both languages! I’ve read in your blog that you are quite expert about Italy, where did you learn italian?
This is a long story I will try to make short 🙂 I lived in Rome in 1992 and 1995 and started visiting regularly in 2002 until recently. In 2006 I studied a little Italian and then was in Italy 2007-2010 every year for 1-3 months. I am coming back next month for 4 weeks 🙂 So, I am lazy when it comes to study yet I love the language and practice when I can. It is our hope to live in Italy beginning every summer starting next year and to eventually raise a family in Italy part of the time. I was one of the founders and an owner of this company in Puglia until 2011 🙂 http://www.southernvisionstravel.com/
wow, I feel so proud that you love Italy that much! I really love Italy, and building my life here after university was my choice, but unfortunately I can’t say that life in Italy is easy, sometimes I wish I have left! Anyway, let’s keep in touch when you’ll be here, maybe I could find some new oenological suggestions for you ;-)!
Bellissime parole (e foto).Anch’io di simili figure illuminate ne ho conosciute poche…e del resto, ahimé, la cosa “funziona” anche nei confronti degli adulti…sai, quelli che ti vogliono infilare a forza nel “cassettino”..che se per caso tenti di uscirne fuori e magari pensare con la tua testa…quelli che non hanno il manuale in mano, ma sanno “le cose giuste da fare, dire, sapere…”…ecc…ecc..
Hai ragione tu, succede continuamente di dover sfuggire a cassettini o etichette, ma un adulto consapevole può scegliere di non curarsene, può magari soffrirne ma può comunque aggrapparsi a ciò che per lui conta di più. Quello che mi fa arrabbiare è che un bambino vede in sè stesso quello che gli altri gli fanno vedere, oltre al fatto che proprio chi dovrebbe con esperienza o per vocazione guidare anche i bambini meno “convenzionali” si nasconde dietro teorie e schemi! Grazie per il tuo commento Riyueren…
Hai perfettamente ragione: noi adulti siamo più in grado di difenderci..e questo dipende anche dal sostegno della famiglia che abbiamo avuto..perché le figure illuminate, molto spesso nemmeno in famiglia, ci sono.Sai, a volte un adulto continua a vedersi attraverso gli occhi degli altri… siamo stati tutti bambini, un tempo…discorso lungo che si allargherebbe come i cerchi nell’acqua…
Un abbraccio.Grazie a te.
L’educazione alla velocità…o è forse l’educazione all’incasellamento?
ciao
robert
PS: comunque ci penso sopra…
bellissimo post e foto stupende!!
Grazie, un sorriso enorme 🙂
Mi chiedevo: che tempo di esposizione hai usato?.. 🙂
Il tempo non era il mio problema…visto che l’ho seguita nel suo peregrinare, anche molto dopo che i bambini si erano stufati! :-))
oggi in treno -dalla mia città alla tua- leggevo “rapidità” delle lezioni americane di calvino e ragionavo proprio di lentezza, di ritmo, di ritmi mentali e ritmi pratici. mi si è aperto un mondo e la tua chiocciola e le tue parole mi portano ancora un passo oltre.
Lezioni americane non l’ho ancora letto, strano in effetti, visto che di Calvino ho letto parecchio! Le mie riflessioni ultimamente riguardano principalmente il mondo dei bambini, ma poi si allargano inevitabilmente anche al nostro, sul quale il loro è calibrato…e continua ad esserci qualcosa che non mi torna…
io sto con te e con la lumaca. LE adoro le lumache, anche per quella bavetta che si lasciano dietro 🙂
ma che belle … mi erano sfuggite!
Grazie 🙂
sono un’insegnante e so di cosa parli.Io per imparare ed insegnare uso un allevamento di lumache (o seguo con la classe la metamorfosi degli insetti…funziona per me e per loro ciao tiziana
Ciao Tiziana, grazie per il tuo commento. Purtroppo man mano che il numero di insegnanti che incontro aumenta la mia statistica non cambia. Sono fortunati i tuoi alunni, davvero. Per non fare di tutta l’erba un fascio devo riconoscere che esistono anche insegnanti appassionate, che guardano i bambini negli occhi e sono disposte a differenziare il metodo di insegnamento a seconda delle esigenze (ovviamente dovendo lavorare di più), ma è possibile che per un bambino avere l’opportunità di vivere la scuola come un’esperienza positiva e produttiva sia solo questione di fortuna? Spesso mi rattristo…