Entro in erboristeria per comprare la mia solita crema ma vengo intercettata dal proprietario che mi propone l’ultima linea della marca X (che ovviamente costa il doppio della mia ormai antiquata cremetta), con insistenza mi snocciola tutte le magiche proprietà di suddetto unguento X e, vedendomi inspiegabilmente poco colpita dalle irresistibili caratteristiche da lui enumerate, decide infine di giocare l’arma segreta: “e poi signora si tratta di un prodotto assolutamente privo di sostanze chimiche!”. Ecco, l’ha detto, ha proprio detto “privo di sostanze chimiche”! Caso vuole, gentile signore, che io sia un chimico e con certezza inossidabile le posso assicurare che una crema senza sostanze chimiche lei proprio non la può trovare, a meno che non riesca a produrla con una bella dose di niente, ma in quel caso le avrebbero già dato il Nobel e non starebbe lì a intortare la gente con le sue creme. Sono severa, lo so, già qualcuno me l’ha fatto notare che “è chiaro che cosa intendesse dire”, però a me è chiaro solo che la gente parla per frasi fatte e non ha un’idea lucida di quello che sta dicendo.
Ho ripensato a questo episodio capitato un paio di mesi fa leggendo questo post in cui Dario Bressanini sguaina la spada contro la diffusa credenza che la battaglia da combattere sia quella Naturale VS Chimico, dove ovviamente naturale sta per buono, chimico sta per cattivo: Bressanini in particolare si indigna, ed io con lui, con l’uso commerciale che viene fatto della cattiva fama dell’aggettivo “chimico”.
Quando ero una studentessa in chimica (scelta universitaria peraltro a tratti pericolosamente vacillante, come ben sanno i miei compagni di viaggio) spesso mi si faceva notare che avrei finito per contribuire all’intossicazione del pianeta; all’epoca non mi indignavo e con estrema calma cercavo di esporre il mio personale approccio alla materia che studiavo, e di spiegare come non sia la chimica in quanto scienza a nuocere ma l’uso che ne viene fatto e come di fronte ad un inquinamento ormai irreversibile proprio la chimica sia in grado di proporre delle alternative. Adesso mi occupo di protezione ambientale e la chimica è la scialuppa su cui opero per raggiungere terra, mentre a remare contro sono politica e interessi economici.
La contrapposizione tra chimica e natura è fasulla semplicemente perchè la natura è fatta di chimica e lo sfruttamento a fini commerciali di questa diatriba è fuorviante e menzognero. Sia chiaro, con ciò non sono qui a sostenere e difendere la diffusione di tutti i prodotti chimici, al contrario la mia scelta personale è quella di limitare per quanto possibile nei consumi familiari l’utilizzo di additivi, conservanti, coloranti, e in generale tutto ciò che non sia veramente indispensabile, tuttavia ritengo che il consumatore debba essere messo in condizioni di effettuare delle scelte consapevoli attraverso una corretta informazione ed una trasparente comunicazione. Ed ecco che ci sono conservanti indispensabili, coloranti e additivi più o meno innocui e più o meno inquinanti.
E visto che sono sul tema, non si sa mai che in futuro non mi applichi ad un’analisi sistematica dei vari additivi, alimentari e non, di cui la nostra vita è impregnata e sulle varie alternative possibili.
Esaurito il mio periodico attacco polemico mi regalo una breve pausa di relax accompagnata da una tazza di tè alla caffeine e un po’ di sferruzzamento di lana ecologica non colorata!
Ciao collega, vedo un blog intestato ai colori e vuoi che non lo guardi? penso che passerò da queste parti, del resto l’indistruttibile Paolo setaccia e segnala tutto quel che c’è di interessante. Nella mortadella di Dario Bressanini, come anche in una lontana campagna di un prosciutto, c’è anche lo zampino o zampone mio, del resto.
Ma per quanto riguarda i colori, i loro riflessi ambientali etc. etc., visto che me ne occupo al Setificio di Como (www.setificio.com, vedi molte cose nella sezione “studenti”), parliamone…
Ciao, grazie per essere passato di qua, anche se in effetti la chimica è solo un leggero sottofondo di quello che scrivo (d’altra parte ho sempre avuto un rapporto di odio/amore con la chimica). Ho dato un’occhiata al tuo sito e mi hanno colpito soprattutto alcune tue fotografie: complimenti! Tornerò a trovarti.
(devo aggiungere altro?!)
allora il neurone cis trans dov’è?
Attendo con ansia un bel post su che tipo di candela posso comprare, che non contenga qualche composto chimico che una volta volatilizzato, entri nei miei polmoni a fare danni!
approfondirò…ma sempre di combustione si tratta…
Fumati una canna che è meglio!
(dipende! sai quante sostanze orripilanti ci possono essere nell’haschisch se non è puro?) Ah, ovviamente non me ne intendo ;p
Ciao, anch’io arrivo dal mondo della chimica (sarà per questo che provo piacere a svilupparmi le pellicole maneggiando cilindri graduati?) e mi rendo conto di quante frasi fatte ci siano in giro. E’ un peccato che molta gente non voglia pensare con la propria testa…ma forse è meglio parlare di fotografia: belli i colori che ho visto nella tua intestazione!
ciao
robert
Grazie della visita Robert, mi farebbe piacere confrontarmi con un chimico-fotografo! Se poi ti sviluppi le tue pellicole con passione chimica il mio interesse è enorme (io ho abbandonato lo sviluppo parecchio tempo fa, dopo l’arrivo dei miei figli). Ciao
Como chimico fotografo, dopo diverse fasi di reazione io ho raggiunto da anni una nuova situazione di equilibrio: foto in pellicola e camera oscura elettronica. Bianco e nero solidamente a D76, grana secca, perchè gli altri sviluppi che ci sono in giro mi sembra impastino troppo le immagini. Colore e dia da laboratori di fiducia (nonostante la scomparsa del Kodachrome e successivamente anche delle dia di fascia media tipo Sensia rende la vita assai dura). Dopodichè le strisce entrano nello scanner. Per piccole stampe per amici e familiari una stampante da tavolo è più che sufficiente (Canon è molto buona per colore, meno per b/n). Per stampe grandi… vabbè, ma in fondo mostre quante ne fai?
Anch’io ho scelto la via ibrida in modo particolare per il B&N. Pellicola, sviluppo casalingo, scansione, aggiustamento e stampa ink jet. Anche se devo ammettere che a anche la via digitale ha i suoi vantaggi…
robert
PS: ahh, la chimica…temo sia rimasto solo un bel ricordo…sai, con l’età…
Nel mio caso un po’ l’età, un po’ la mancanza di tempo, un po’ forse anche la pigrizia…il risultato è che da troppo tempo ormai non entro in camera oscura!